SEZIONE FAQ - DOMANDE E RISPOSTE

Se hai delle domande da farmi per quel che riguarda il mio settore di competenza sarò ben felice di risponderti, se poi non ti è chiaro quale sia il mio settore di competenza cerca tra le domande che troverai sicuramente la risposta.

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Mi occupo di Marketing e Comunicazione visiva, in pratica offre la mia conoscenza ai clienti che hanno prodotti o servizi da vendere, grazie al Marketing li aiuto a trovare la migliore strategia per vendere i loro prodotti/servizi, con la Comunicazione visiva poi trasporto la strategia sul contesto visivo, utilizzando quindi immagini e grafiche per fare promozione.Comunicazione visiva, in pratica offre la mia conoscenza ai clienti che hanno prodotti o servizi da vendere, grazie al Marketing li aiuto a trovare la migliore strategia per vendere i loro prodotti/servizi, con la Comunicazione visiva poi trasporto la strategia sul contesto visivo, utilizzando quindi immagini e grafiche per fare promozione.

Il Marketing è una vera e propria scienza che studia il miglior modo di vendere qualcosa, analizzando il mercato in generale, i bisogni delle persone, i contesti in cui il prodotto è inserito ed altro ancora, è il punto di partenza per ogni pubblicità o promozione nonché di iniziative come eventi, lanci di prodotti ed altro ancora.

Come dice la parola stessa, la comunicazione visiva è un settore della comunicazione che usa strumenti visivi come foto, immagini, grafiche, video, font e colori per comunicare dei concetti specifici.

BCB nasce come una rubrica, per spiegare la mia professione, di cui tanto si sente parlare e poco si sa in realtà; il nome si ispira a Better Call Saul, la serie spinoff di Breaking Bad, dove l’avvocato protagonista intimava i suoi clienti a chiamarlo per risolvere i loro problemi…e considerando la sua clientela media i problemi erano veramente PROBLEMI. Con le mie conoscenze posso aiutare ogni tipo di azienda, perché conosco le dinamiche del mercato, non della professione specifica, lascio che il cliente si concentri sul far bene il suo lavoro e gli indico le giuste decisioni da prendere in ottica di posizionamento. Poi BCB racconta la mia vita, quello che mi accade, ogni spunto è buono per fare un video, un post…oppure un libro

Mi sono ispirato ad Eiichiro ODA, autore del manga One Piece, a cui sono molto appassionato, questo nome e questo marchio nascono in un periodo della mia vita dove per diverse ragioni ho maturato un forte cambiamento, sono andato alla scoperta di me stesso, ed anche se per molti può sembrare infantile, mi sono riscoperto molto nel mondo dei manga e del “giapponese” in generale, cultura che vivo da anni proprio attraverso i manga, gli anime e la filosofia buddista. ODA però vuol dire anche altro, è l’acronimo di Organize Develope Analyze; questo è il nostro approccio marketing, Analizziamo il brand ed individuiamo tutti i fattori necessari per istruire la campagna di comunicazione, Sviluppiamo il progetto di pari passo con il cliente e poi analizziamo i risultati nel breve e nel lungo periodo, imparando dagli errori e cercando di interpretare al meglio i dati emersi, in modo da migliorare sempre di più l’approccio e portare in Goal gli obiettivi prefissati.

Il marketing e la comunicazione visiva sono un professione nelle professioni, come consulente infatti mi trovo spesso a districarmi con le dinamiche di mille attività differenti in settori differenti, dal turismo al food alla consulenza all’assistenza eccetera. Ovviamente io non ne so nulla della specifica professione che vado a supportare, in questo mi faccio aiutare dal cliente, seguendo il metodo ODA trasportiamo in ottica di marketing la situazione del brand (visibilità, strategie preesistenti, target, obiettivi eccetera) Organizzando così una strategia che corrisponda alle nostre esigenze, poi Sviluppiamo (Develope) il tutto, organizzandoci per la creazione dei contenuti, e la pubblicazione sulle piattaforme prescelte, infini Analiziamo i risultati e li confrontiamo con le aspettative per individuare eventuali problemi e risolverli. In questo modo si affina il tiro sempre di più, migliorando i risultati delle varie campagne pubblicitarie e di conseguenza raggiungendo gli obiettivi.

Nasce fondamentalmente da un’esigenza: mettere in primo piano il benessere dell’azienda ma soprattutto delle persone che ci lavorano. Lo Zen Marketing unisce principi buddisti e teorie di marketing, il buddismo infatti, è applicabile ad ogni aspetto della nostra vita, anche nel mondo del lavoro. Ho improntato questo approccio perché ritengo che oggi come oggi sia sempre più importante incentrare i propri interessi attorno alla felicità, se poi vuoi approfondire questo discorso ti invito a prendere una copia del libro, disponibile su Amazon in formato cartaceo o digitale, clicca qui per il link diretto.

Perché la ricchezza è parte della felicità, ma non è tutta la felicità. Nel mondo degli affari ci sono alti e bassi, ci sono difficoltà e traguardi raggiunti, c’è un continua prendere e dare, soffrire e gioire; stabilire una condizione mentale positiva e propositiva permette a noi ed al nostro personale di superare le avversità, di godere dei benefici e di farsi forza a vicenda quando necessario, insomma…se non si è felici non si lavora bene, e se non si lavora bene non si fanno i soldi.

I social, grazie alla profilazione degli utenti che li popolano, riescono a garantire un pubblico mirato ed un ottimizzazione delle risorse investite in promozione, ad oggi non esiste un mezzo più efficace a parer mio, posso rendere contenuti virali grazie alla condivisione, sono inoltre ideali per la creazione di community.

Un marchio è un segno distintivo, per un’azienda o un professionista, avere un marchio è come avere un volto, una fisionomia, immaginate se fossimo tutti uguali, mille nomi diversi ma un solo volto. Il marchio ci fa emergere dalla massa e, associandogli i giusti valori, crea un’identità unica.

Vuol dire essere presenti, allo stesso modo, su più piattaforme, cioè social media, siti web, blog, ma anche riviste o altro. Oggi l’utente spazia nei vari mezzi di comunicazione, non basta più presidiare una sola piattaforma, le campagna vanno studiate per tutte le piattaforme potenzialmente efficaci.

In una campagna di marketing si forma una squadra tra cliente e consulente, ognuno deve dare il massimo nel proprio campo di competenza, se state pensando che una volta pagato il consulente o il grafico o il social media manager eccetera, il vostro lavoro sia finito vi state sbagliando di grosso. Per noi del settore lavorare senza il supporto del cliente è impossibile, non conosciamo ogni singolo settore, non siamo esperti di altro se non di marketing e comunicazione, il nostro compito infatti è quello di lavorare sul messaggio e sul mezzo di comunicazione.

La pubblicità è parte integrante della comunicazione e la comunicazione deve essere una costante per un’azienda, come la contabilità, la formazione ed altro, sperare di ottenere qualcosa da una pubblicità di una settimana è assurdo.

Le campagne si pianificano, quindi tutto il materiale e le scadenze devono essere rispettate, può capitare però che il cliente non riesca a fornire i contenuti in tempo o che il nostro studio abbia un problema tecnico, ma stiamo facendo marketing, non siamo certo chirurghi. La comunicazione deve essere una costante e non può contare su singole uscite, di conseguenza un ritardo non è mai un problema.

“Per la scienza della comunicazione, la promozione è un messaggio mirato, la pubblicità una comunicazione di massa” cit. In sostanza la promozione innesca una serie di dinamiche studiate precedentemente per ottenere un certo risultato (scelta del tempo, del luogo, dello sconto, del target, eccetera) mentre invece la pubblicità è la diffusione di un messaggio più semplice, come l’esistenza di un brand o di un suo prodotto.

L’immagine rasterizzate utilizza i pixel, sostanzialmente si compone di tanti piccoli quadratini di colori differenti, mentre invece quella vettoriale si compone di vettori, cioè punti di ancoraggio che grazie a dei parametri specifici creano linee e curve tra di loro, ottenendo così forme e riempimenti. Un immagine vettoriale si può ingrandire e rimpicciolire all’infinito, al contrario di una rasterizzata.

Il sentiment è il termine che oggi si usa per esprimere quella parte “sentimentale” dei contenuti. In una società sempre più insensibile ed affogata di contenuti di ogni genere, trovare l’aspetto emotivo e mixarlo con il contenuto della strategia genera il sentimen. Ad esempio: Una macchina può consumare poco grazie all’innovativo motore a bassi consumi, oppure può essere la migliore alternativa per chi ama viaggiare tanto con la propria famiglia ma non ha un capitale da spendere in benzina.

Rappresentano l’analisi del processo d’acquisto, cioè il percorso che un utente medio fa per arrivare a voi, è un percorso ipotetico e non sempre è così lineare e prevedibile, ma aiuta i brand a capire quali punti scoperti hanno e cosa fare per rimediare alle mancanze, i punti sono seguenti: A1 AWERENESS conoscenza del brand; A2 APPEAL interesse sul pubblico; A3 ASK Informazioni utili alla clientela; A4 ACT conversione all’acquisto del contatto; A5 ADVOCACY potenziale raccomandazione e referenza.

Sono entrambi metodi di colore, cioè servono a creare i colori tramite la miscelazione, in diverse percentuali, di 3 o 4 colori principali. RGB (Red Green Blu) si usa per il web o tutto ciò che è a schermo, i monitor dei pc o dei telefoni come dei tablet usano questo metodo di colore. Il CMYK (Ciano Magenta Giallo Nero) si usa nella stampa perché le stampanti usano miscelare questi 4 colori. È importante conoscere e sapere usare questi metodi, sia per la formulazione efficace di colori coerenti, sia per evitare casini nelle eventuali conversioni, capite spesso infatti che alcune grafiche perdano totalmente impatto o significato in fase di conversione.

Decisamente no, un e-commerce ci permette di vendere in tutto il mondo, ma non parliamo di un mercato parallelo al nostro dove le regole cambiano, un sito per la vendita on-line ha dei costi e degli impegni da assumersi tanto quanto un negozio reale, e poi c’è da considerare la concorrenza, l’impatto del nostro prodotto, i costi accessori da aggiungere (packaging e corriere ad esempio). Un e-commerce può essere positivo come può trasformarsi in un fallimento totale con annessa perdita di denaro.

Ti direi i video, per un semplice motivo: hanno tutto, hanno l’audio, il movimento, la narrazione, volendo anche la grafica ed i testi. Il video è il formato più completo, ma non vuol dire che sia il formato perfetto per ogni campagna, bisogna anche considerare che in questi anni sono diventati sempre di più i videomaker, quindi magari cambiare format aiuta a restare più impressi.

Sono due contenuti diversi, il primo può concentrarsi di più sull’aspetto divulgativo, con elementi visivi che catturano l’attenzione di chi lo guarda; il secondo format è più studiato per un interazione diretta con il pubblico, le varie piattaforme lo spingono per generare più traffico attivo, quindi la live è anche molto più notificata e quindi virale in genere.

In realtà dovrebbero essere la stessa cosa, il problema del personaggio è che deve tenere sempre un tono educato e rispettoso, anche degli haters, quindi diciamo che più la persona ed il personaggio collimano e meglio è, tranne in alcuni casi che la persona manderebbe a quel paese qualcuno ma il personaggio si tiene dal farlo.

Dipende dai casi, lo scopo è sempre ottenere il miglior messaggio e recapitarlo nel miglior modo possibile al nostro target, quindi se il nostro utente medio non naviga ed ha dei comportamenti che prevedono anche la consultazione di materiale cartaceo allora è meglio il cartaceo. Ma queste persone si stanno estinguendo come i dinosauri, oggi anche i novantenni hanno il telefonino. Inoltre c’è da considerare la spesa e la resa, si perché spesso la stampa costa molto e non rende (a livello di dati) in modo efficace quanto il digitale (sito, social media, eccetera).