La Definizione è: “Il complesso degli elementi volti a caratterizzare e circoscrivere un’entità sul piano concettuale”.

Partiamo dal primo aspetto di questa frase: “Il complesso degli elementi”; nella vastità del mondo che la definizione comprende, questo “complesso” può variare di molto, a volte tanto a volte poco; ad esempio la definizione di automezzo comprende un vasto numero di varianti, come anche  la definizione  di acqua. Viene da se quindi che non possiamo comprendere una specifica auto e trattarla come le altre, un’auto d’epoca non può essere usate per trasportare quintali di materiale, un camion da tre tonnellate non può essere usato come un’utilitaria, però sono tutti considerati automezzi.

Proseguendo nella frase ci soffermiamo sul fatto che questi elementi “generici” caratterizzato e CIRCOSCRIVONO un’entità. Perché c’è bisogno che questa entità venga circoscritta? Per poterla definire ovviamente, per poterla comunicare, per poterla comprendere: “Che cos’è quella cosa ferma al semaforo? Un automezzo” Abbiamo compreso vagamente cosa sia, sappiamo che ha probabilmente quattro ruote, sicuramente un motore, sappiamo che si usa per spostarsi, ma potrebbe essere un furgone oppure un’auto sportiva, questo cambierebbe decisamente la natura della “cosa”.

La “cosa” che per definizione viene quindi catalogata “sul piano concettuale”, quindi in conclusione le viene attribuito un pensiero definito e idealmente configurato, formulabile e utilizzabile sul piano intuitivo logico e pratico.

Definire le cose ci è molto utile, per comunicare, collaborare, apprendere, costruire e tante altre attività; ma bisogna prendere la definizione come mezzo di scambio, di comprensione, MAI PRENDERE LA DEFINIZIONE COME DISTINZIONE, perché quando poi si circoscrive un qualcosa si rischia anche di isolarla dal resto delle entità.

Il mondo non ha le ore o minuti, ma solo lo scorrere del tempo, non esistono le stagioni per definizione, ma solo i cambiamenti ciclici del clima, tutte le definizioni e le relative conseguenze le abbiamo create noi esseri umani; noi che abbiamo definito un negro essere inferiore, dimenticandoci che è anche un essere umano, un lavoratore, un padre, un figlio e tutto quello che vuole essere, al pari di bianchi, gialli e tutto il resto delle colorazioni. Abbiamo definito gli omosessuali, per spiegare che a loro piacciono persone dello stesso sesso, non per dire al resto del mondo che devono ritenersi una categoria da umiliare, da picchiare a vista o da emarginare ai confini della società. La definizione deve esaltare le differenze allo scopo di migliorare l’esperienza con l’entità, non deve creare razzismo, discriminazione e violenza. Quando parliamo di immigrati immaginiamo sempre questi tizi sui barconi che partono in trenta e arrivano in cinque, che ci rubano il lavoro e portano la criminalità, ma spesso sono persone disperate, che hanno avuto la sfortuna di nascere in un paese ostile e che, come tutti, sognano una vita semplice e modesta, lontana da un regime di terrore e violenza.

Concludo dicendo la mia: il più delle volte le cose non vanno definite, l’amore è tante cose, il matrimonio ha mille sfaccettature, il sangue spesso nasconde grande scontri, il lavoro può essere un sogno, un sogno trasformarsi in un incubo; definire per etichettare, per dare un giudizio chiuso e circoscritto, definire in questo modo non ci farà mai crescere, ne come persone, ne come comunità, ne come azienda; creare una legge che tuteli le minoranze non risolve il problema, perché il problema è che queste categorie vengano definite  e percepite come “minoranze” invece che come persone, gente che fa parte della nostra vita, in un modo o nell’altro.

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