Siamo praticamente nel terzo anno della terza decade del terzo millennio, sorvolando su quanto di mistico si possa dire su questo periodo storico quello che mi viene da pensare è quanto negli anni abbiamo ribaltato il nostro VIVERE con la V maiuscola.

Pensate di vivere realmente? Quanto tempo dedicate a voi stessi? Prima, la scarsa tecnologia ci imponeva una vita più lenta, ma anche più intensa; un viaggio a cavallo non era solo una transizione, ma una vera e propria esperienza, oggi invece ci spostiamo di kilometri senza nemmeno annusare l’aria che attraversiamo.

Questa evoluzione ci ha portato ad avere più tempo libero direte, se impieghiamo meno tempo a fare le cose allora ne abbiamo più per noi, la logica sarebbe questa, ma purtroppo la società umana ha pensato bene di infilare più impegni, facendo più cose; questo nonostante tutto ci ha sottratto molta vita, quella con la V maiuscola.

Tra il lavoro, la casa, la famiglia e tutto il resto, dedicare tempo a noi stessi è sempre più difficile, come è sempre più difficile incastrare i nostri desideri nel poco tempo a disposizione. Questa condizione ci porta all’argomento di questo video, cioè l’attenzione che possiamo dedicare alle cose.

Essendo sempre più di fretta, impegnati e stressati, abbiamo sempre meno tempo e attenzione per le cose e ci troviamo in modo naturale a selezionare le informazioni che ci arrivano, questa nostra condizione di partenza è equamente contrapposta dall’aumento drastico delle informazioni che ci pervadono.

In questa condizione, la comunicazione che ruolo ha? È meglio giocare bassi ma puntare alla quantità oppure selezionare il pubblico e studiare un messaggio che sia di qualità?

Se non colpisce ormai non è nei nostri interessi, neanche se tappezzassero tutta la città con gli stessi manifesti. Abbiamo visto e sentito di tutto, siamo increduli della maggior parte delle informazioni che riceviamo, anche quando sono vere. Bisogna capire cosa vogliamo dire, a chi vogliamo dirlo e in che modo, solo così otterremo i risultati che desideriamo, perché saremo umani ed empatici, comunicare ai nostri clienti non vuol dire urlare al muro e sperare che i passanti ci sentano, ma guardare negli occhi delle persone e parlare direttamente al loro cuore, questa comunicazione riflette soprattutto una strategia mirata, studiata…ma soprattutto umana, con intenzioni realmente nobili.

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