Negli anni ho capito che far quadrare i conti è un’arte un po’ misteriosa, ci sono periodi che va bene ma non c’è liquidità, altri che va male ma entrano un sacco di soldi; periodi in cui lavori poco e sei sereno, altri che lavori tanto ma hai l’ansia delle scadenze.

Per tutti quelli che hanno un lavoro in proprio, dove il prodotto sono loro stessi, sono io nel mio caso, c’è un momento in cui bisogna farsi la fatidica domanda: “Ma io quanto costo?”
Come si formula un preventivo? Quali sono le dinamiche che vanno considerate per darsi un prezzo.

Ovviamente anche qui le scuole di pensiero sono infinite, la certezza si ha solo quando si vede che il sistema funziona, però voglio comunque fare chiarezza su alcuni aspetti da considerare:

1) i costi che devi sostenere per l’attività
2) l’ipotetico guadagno mensile che vorresti raggiungere, ipotizzando una mole media di lavoro (può sembrare un parametro puramente fiabesco ed inutile, ma è un obiettivo e ci aiuta a regolarci e capire cosa fare)
3) il nostro valore sotto il punto di vista della preparazione (titoli, esperienze ed altro)
4) il nostro posizionamento nel mercato
5) secondo me il più importante: come e quanto vuoi lavorare

Ora, da buon marketer, io ho visto tutti questi aspetti, li ho metabolizzati e poi però li ho buttati nel cesso, perché come detto all’inizio di questo video è tutto relativo, i conti sono facili da fare quando le entrate sono certe e sicure, così come sono sicure le uscite, questo è l’unico dato di fatto; il punto è che per un freelance o un consulente non è sempre così.

Allora perché ho considerato tutti questi fattori? Perché bisogna avere la consapevolezza di dove siamo, dove possiamo piazzarci nel mercato, possiamo decidere noi il nostro prezzo, ma non è detto che il mercato apprezzi e rispetti la nostra scelta.

Sicuramente l’esperienza ci aiuterà a capire, di norma è sempre meglio partire alti e “scendere a patti” in caso di necessità, molto più difficile invece partire bassi e poi alzare il proprio valore man mano.

Voglio chiudere dicendo un ultima cosa che mi ha cambiato totalmente la vita professionale anni fa:
“Il prezzo non è solo un valore fisso, un dare/avere, il prezzo può anche essere fidelizzazione, prova di fiducia, percezione.” Ho smesso di fare siti a cottimo da tempo ormai, realizzare un sito e consegnarlo secondo me è una truffa, non ti dedichi abbastanza a capire come deve essere fatto, lo fai standard, ti fai pagare per il lavoro che hai fatto e passi al prossimo; è un modo di lavorare pessimo e deleterio, tant’è che la frase “no il sito non mi serve, lo feci all’epoca, ci ho speso anche tanto, ma non mi ha portato nulla” l’avrò sentita centinaia di volte. Quando ho capito questo concetto e l’ho applicato a tutti i servizi che offro, ho capito che dovevo abbassare notevolmente il prezzo dei miei siti, perché la percezione della mia clientela era molto bassa, però non volevo svendermi e volevo dare un buon prodotto, allora ho dilazionato in modo progressivo e strutturato lo sviluppo del sito, o della campagna social, o di qualsiasi altra consulenza; facendo così il mio cliente paga una rata per lui accessibile, riceve un servizio costante, aggiornato e dinamico, perché si sviluppa nel tempo e perché studio e apprendo nel tempo il settore su cui sto lavorando. Alla fine della favoletta, ci sono clienti che non mi avrebbero dato più di € 300,00 per un sito, che ad oggi mi hanno pagato migliaia di euro nel tempo, e sono contenti, perché rinnovano ogni mese, perché non sparisco, perché l’investimento è controllato e svincolabile in ogni momento, perché il lavoro è dinamico e si adatta alle esigenze, non viene fatto a stampino.

Questo è solo un mio punto di vista che spero ti sia stato utile, ovviamente ognuno sceglie il suo posizionamento in base ai parametri che va a considerare.

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